Quando salvare una vita vale più di mille partite
di Andrea Bianchi
Il bello o il brutto di
questo paese è che potrebbe anche scoppiare la terza guerra
mondiale, ma il lunedì sui giornali leggeremmo sempre e comunque di
calcio, di rigori dati o non dati, di polemiche, lamentele, talvolta
purtroppo violenze. E allora, rivivere la bella storia di Said, credo
faccia bene a tutti. A noi suoi colleghi, alle società, al mondo del
pallone in generale.
Chi è Said? Per chi, tra
gli arbitri lariani, non lo conoscesse, Said Benredouan, 36 anni,
comasco, è arbitro dal 2004 e milita nei campionati provinciali.
Serio e professionale come molti di noi, tra il lavoro e la passione
per l'arbitraggio si dedica al volontariato nella Croce Rossa
Italiana. Il destino ha voluto che ci fosse proprio lui, in un
pomeriggio dello scorso inverno, a dirigere la gara sul campo da
calcio in cui un ragazzo ha perso i sensi e si è accasciato al
suolo. Nessuno potrà mai dire se la manovra che Said gli ha
praticato sia stata vitale, di certo è stata decisiva, tanto che il
calciatore ha ripreso i sensi e si sono scongiurate gravi
conseguenze.
Questo gesto, per cui
Said aveva già ricevuto gli elogi dei suoi amici e colleghi
comaschi, non è passato inosservato ai rappresentanti del calcio
provinciale e regionale, che, in occasione dell'incontro di fine
stagione con le società, svoltosi il 16 giugno scorso al Don
Guanella di Como, hanno voluto tributargli una targa. Tra gli
applausi dei partecipanti e alla presenza, tra gli altri, del
presidente del comitato provinciale LND Finelli e del comitato
regionale LND Baretti, il componente del Consiglio Regionale della
LND, Tavecchio, ha consegnato il riconoscimento al nostro associato
sottolineando come, in un mondo dove troppo spesso gli arbitri
vengono sopraffatti da violenze, sia bello e sollevante raccontare
una storia così a lieto fine. Anche il nostro presidente Garganigo,
intervenuto a sottolineare come sia indispensabile la collaborazione
tra le varie componenti locali del mondo del calcio, e ringraziando i
presenti per il significativo invito, ha ribadito la gratitudine nei
confronti del nostro collega.
Questa storia ci fa
capire quanto, spesso, da calciatori esasperiamo una vittoria o una
sconfitta; da arbitri esasperiamo una visionatura dell’osservatore
andata bene o andata male. Ma un atto di altruismo, in fondo, non
vale molto di più?