di Luca Bellasio
È una serata particolare quella dell’11 marzo, nel corso della quale vengono presentate, tramite la voce di Riccardo Arno’ della sezione di Reggio Emilia, le particolarità e le possibilità che offre il calcio a 5, anche per un arbitro di calcio a 11.
Come sempre è il nostro presidente Adriano a introdurre la serata e l’ospite, anche ricordando come ormai, a differenza del passato, il calcio a 5 sia diventato una realtà non trascurabile, come testimoniano i fischietti comaschi Maurizio Franco e Giuseppe Parente, giunti ad arbitrare gare importanti del campionato italiano.
Riccardo inizia la riunione presentando la commissione nazionale arbitri calcio a 5 ed un organico che raggruppa circa 300 arbitri e 100 osservatori; passando poi alle caratteristiche indispensabili per un arbitro di successo: “I ragazzi devono essere disponibili, pronti a sacrificarsi ed a viaggiare - ha spiegato - per coprire tutte le gare in territorio nazionale: il futsal è anche e soprattutto una possibilità di confronto che, come una pianta che “si nutre” solo con acqua, non sarà mai tanto forte quanto una cui viene dato il fertilizzante, le vengono potati i rami ed è nutrita in modo opportuno, così un arbitro che guarda solo alla propria esperienza non potrà avere la stessa preparazione di uno sempre pronto al confronto e a mettersi in gioco”. I campioni del calcio a 11, tra questi Hulk e Seedorf, ricordano come alla base dei loro successi non sia da trascurare l’esperienza del futsal, in quanto basato sulle abilità tecniche (essendo infatti giocato negli spazi stretti fa acquisire velocità e capacità di decidere in fretta) ed anche sul pensiero.

Pertanto il direttore di gara deve saper fare una selezione dei falli, altrimenti la gara diventa una sfida solamente di tiri liberi.
Al contrario del calcio a 11 l’arbitro corre lungo le fasce, non entra in campo per non intralciare il gioco; inoltre ha le panchine e il pubblico a pochi metri, quindi deve mostrare una forte personalità, non farsi mai intimorire da essi. Deve essere inoltre in grado di fare prevenzione, cioè evitare possibili situazioni critiche intervenendo tempestivamente ad esempio su due calciatori che si provocano o sulle mass confrontation. Riccardo si sofferma poi su alcuni aspetti importanti nel calcio a 5 che ci potrebbero tornare utili nel calcio a 11: “Primo fra tutti uno sguardo basso verso il pallone spesso ci distrae da quello che succede tra i calciatori”.

Anche in questo caso i suggerimenti sono di visionare gare da una posizione sopraelevata, studiando i movimenti dei calciatori e cercando di capire gli schemi ricorrenti, oppure con l’aiuto della tv con il fermo immagine.
Ultimo aspetto su cui ci soffermiamo è la comunicazione verso il contesto, ovvero gli altri calciatori e le panchine. Importante è far capire le decisioni che si stanno per prendere, così che vengano accettate dagli uomini in campo. A questo fine indispensabile è l’aspetto estetico (la statura, la forma fisica, lo stile di corsa), il linguaggio del corpo tramite la postura e la gestualità , il linguaggio del corpo e il tono della voce adeguato in relazione agli eventi. Come nei casi precedenti Riccardo ci mette in guardia dalle conseguenze negative: “Viene lesa l’autorevolezza dell’arbitro, non vengono accettati i provvedimenti, si perde il controllo di pubblico, panchine, calciatori e - continua - per evitare di perdere il controllo della gara possono bastare anche piccoli gesti, come sorridere dove possibile per stemperare la tensione”. Il consiglio è di guardare una partita in tv e simulare la gestualità come se fossimo l’arbitro, così da capire se le nostre comunicazioni sono efficaci o meno. Per concludere questa serata di confronto Riccardo ci ricorda come per un arbitro sia indispensabile la consapevolezza dei propri mezzi, cosa che possiamo raggiungere solo tramite la preparazione atletica, la conoscenza del regolamento, la capacità di leggere la gara, ma soprattutto la passione e la capacità di divertirsi.