
Oggi la componente femminile rappresenta circa il 5% dell’organico AIA, pari
cioè a 2000 arbitri di sesso femminile. Ed il loro numero è in costante
crescita: basti osservare i numeri del nostro corso arbitri del dicembre 2014, dove su 37 nuovi arbitri, ben 18 erano
ragazze.
I traguardi raggiunti dalle “quote rosa” dell’AIA sono di notevole
importanza come dimostrano gli assistenti che hanno esordito in CAN A come
Romina Santuari nel 2009.
Ad oggi possiamo vedere in attività Veronica Vettorel,
assistente in forza alla CAN PRO, che è stata nostra ospite sezionale, o
altri arbitri che affrontano gare internazionali come Valentina Garoffolo,
Graziella Pirriatore, Silvia Tea Spinelli o Carina Susana Vitulano.
Inoltre
anche a livello dirigenziale le donne si stanno affermando con ottimi risultati
grazie all’impegno che offrono nell’attività gestionale dell’associazione, come
nel caso di Sabrina Rondoletti, attuale responsabile del progetto
Mentor&Talent della UEFA o Alessandra Agosto, responsabile del beach
soccer.
Infine è necessario sottolineare come per la componente femminile non
sia facile affermarsi in un mondo quasi completamente maschile e soprattutto,
il più volte delle volte, anche maschilista. In questi ultimi anni le ragazze
stanno però dimostrando in campo di saper arbitrare con la stessa capacità dei
colleghi maschi e i risultati parlano chiaro.
La speranza è che con il passare
degli anni, anzi dei mesi, l’organico femminile possa crescere sempre più e che
chi fa parte del mondo calcistico non abbia più pregiudizi.
Ci auguriamo di
poter tifare a breve per un arbitro donna a San Siro o all’Olimpico di Roma.
Non resta che fare i complimenti a tutte le ragazze del movimento arbitrale
italiano con la consapevolezza che è solo l’inizio!