Continuiamo con la rubrica dal titolo “Pillole di sport” in cui l’arbitraggio viene studiato
da più punti di vista, vissuto da diverse prospettive con lo scopo di stimolare
curiosità nei colleghi arbitri che potranno approfondire gli argomenti
affrontati qui in sintesi. Buon lettura!
di Alessandro Ronchetti
“Siate arbitri
dentro e fuori dal campo”. Quante volte abbiamo sentito queste parole dal
nostro presidente, dal designatore o dagli osservatori? Un’infinità. Una frase
che può sembrare banale, utilizzata solo per spronarci a fare ciò che siamo
chiamati solitamente a fare.

La partita ci porterà ad essere
sotto la luce dei riflettori tutte le volte che fischieremo e le nostre scelte
determineranno il corretto svolgimento della gara. Qualsiasi errore sarà
sottolineato da tutti e noi dovremo essere in grado di essere decisi e consapevoli
delle scelte effettuate per tenere in pugno le redini della gara; le nostre
scelte saranno dettate dalla conoscenza del regolamento. “Sapere è potere” è
una di quelle frasi che mi è rimasta in mente nell’ultimo raduno sezionale: se
saremo padroni del regolamento potremo risolvere ogni circostanza che si verrà
a creare dentro e fuori dal campo a vantaggio di tutti i partecipanti al gioco.
Tutte queste riflessioni si riflettono quotidianamente nella nostra vita:
arriviamo a scuola o al lavoro e vogliamo fare buona impressione davanti al
professore o al datore di lavoro; è necessario poi rapportarci ogni giorno con
nuove persone che studieranno ogni nostra mossa e saremo sempre messi di fronte
a scelte più o meno importanti che daranno una direzione alla nostra vita e
maggiore sarà la nostra conoscenza riguardo a cosa è giusto fare e cosa è
meglio evitare più aumenteremo la lucidità con cui potremo prendere queste
decisioni.
È un cammino lungo e tortuoso quello dell’arbitro e la sua vita e le
sue abitudini quotidiane si rispecchieranno in quell’uomo in divisa che la
domenica scenderà in campo a prendersi insulti, ma anche strette di mano dopo
il triplice fischio. La capacità di un direttore di gara di superare le
difficoltà dovute ad un gara sbagliata o un voto negativo dell’Organo Tecnico
insegneranno a quell’uomo come affrontare le sue paure e le difficoltà che la
vita gli porrà di fronte. La quotidianità e l’arbitraggio sembrano
apparentemente due mondi completamente diversi ed è comune l’errore di pensare di poter essere un tipo di persona
fuori dal campo ed un altro dentro: la realtà è che l’unica cosa che cambia la
nostra figura è quella divisa che ogni fine settimana ripieghiamo con cura nel
nostro borsone che gira le vie comasche e lombarde fino a toccare i paesi del
sud Italia e dietro alla quale c’è
passione e preparazione che dobbiamo onorare con rispetto anche fuori dal
terreno di gioco. Ecco cosa significa essere “arbitri dentro e fuori dal
campo”.